SINOSSI
Tra il 16 e il 17 maggio 2023 si verifica un evento catastrofico, ovvia manifestazione del riscaldamento globale, in gran parte della Romagna, provincia del Centro nord italia : un’alluvione, a carattere tropicale, durata più di 36 ore che ha riversato sul territorio 250 milioni di metri cubi d’acqua provocando l’esondazione di 23 fiumi e torrenti e migliaia di frane in 100 diversi comuni romagnoli.
Questo film è un viaggio attraverso terre, città, quartieri e vite colpite, infangate e franate. Parole libere e irriverenti denunciano le mancanze delle istituzioni nella messa in sicurezza di fiumi e territori, prima e dopo l’alluvione. Puntano il dito su gli ingranaggi di un modello di sviluppo clima alterante incapace di fare un passo indietro per quanto riguarda la cementificazione di territori fragili, la programmazione di grandi opere stradali e la costruzione di complessi commerciali e abitativi in zone ad alto o medio rischio alluvionale. Tutto ciò in un periodo storico in cui un cambio di paradigma ambientale dovrebbe imporsi ad ogni livello, dalla politica all’economia passando per la società e la cultura nel suo insieme.
APPROFONDIMENTO
Termometri agli estremi, periodi di siccità e regimi di monsone si sono moltiplicati in più parte dell’Europa e del mondo gli ultimi 2 anni con un ultimo episodio a settembre 2024 negli stessi identici territori colpiti a maggio 2023 e narrati in questo documentario. Questo reiterarsi di piogge di una tale intensità viene a confermare che queste manifestazioni estreme del clima non sono eccezionali!
Amministratori, politici, imprese e modelli di sviluppo climalteranti ancora in atto devono essere messi a nudo di fronte alla criticità della situazione.
Romagna Tropicale tenta di farlo svelando sullo schermo in modo metodico il caso di “mala scuola” della regione Emiliano-Romagnola. Lo si fa narrando e facendo memoria dell’impatto disastroso che hanno sulla vita delle persone queste manifestazioni estreme del cambiamento climatico, e mettendo sotto i riflettori modelli di sviluppo e di amministrazione dei territori di questa regione che si potrebbero qualificare di criminali a questo punto della situazione.
Cerchiamo di prendere in contropiede e rimbalzare in faccia ad alcuni amministratori, politici del governo, ed imprenditori il concetto di eco terrorismo e la criminalizzazione che cercano di dilagare nelle menti e nelle pieghe del diritto, attraverso un ddl sicurezza, che criminalizza chi cerca di denunciare e manifestare contro le grandi opere inutili e clima alterante e contro gli ingranaggi malati dei nostri sistemi di sviluppo che mettono a ripentaglio la vita sulla terra.
NOTA DI REGIA E DI PRODUZIONE
Questo documentario è realizzato in due tempi, ad una settimana dal disastro e 8 mesi dopo.
Un obiettivo è raccontare e fare memoria dell’impatto di un fenomeno epocale, il riscaldamento globale, riponendo al centro le responsabilità di modelli di sviluppo clima alteranti inerenti alle politiche e alle imprenditorialità di questa regione.
I vari giri di riprese sono stati effettuati con una squadra leggera: regista/cameraman munito di una reflex Lumix S1, un paio d’obbiettivi, treppiede e stabilizzatori, accompagnato da una fonica di presa di presa audio diretta.
Questo piccolo team affiatato e affine, per il primo giro di riprese, ha deciso di avventurarsi seguendo il filo degli accaduti, incontri e delle scoperte. Sul campo del viaggio e dell’incontro con l’ignoto si sono svelate al loro intendimento le tante poste in gioco dei temi sollevati nel documentario.
Dopo questo primo tuffo, prende inizio per il regista il tempo dello studio per approfondire la conoscenza di una regione in cui non si era mai recato prima. Ed è allora che scopre e legge gli testi e le letture critiche del WU MING elaborati intorno all’alluvione e decide di coinvolgerli per mettere a contribuzione le loro analisi e le loro voci alla narrazione del documentario.
E un lavoro auto prodotto. Il primo giro di riprese è stato finanziato da un emitente web genovese che ha mandato il regista nel intento di realizzare piccole pillole sul tema delle manifestazioni estreme del riscaldamento globale. Uscito da quel denso primo giro di riprese, forte dai tutte le riflessioni maturate sul campo, il regista decide in autonomia di proseguire un lavoro documentaristico piu approfondito, totalmente auto-prodotto. A meta strada, dopo la stesura di un primo montaggio elaborato a partire del materiale raccolto nel primo giro di riprese, zalab e openddb manifestano l’interesse di distribuire il documentario sulle loro piattaforme.

















